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Andiamo a caccia di tendenze per vedere il mondo che ci circonda.
Troviamo nuovi trend, o dati particolari ed estrapoliamo insight reali, che possono dare una prospettiva sul mondo in cui viviamo oggi. O quello di domani.

È scoppiata la guerra delle emoji: ci sono quelle dei giovani e quelle dei boomer.

Nelle ultime settimane, su Twitter e TikTok si è accesa una nuova discussione che ha diviso le generazioni.

Questa volta l’argomento, portato avanti dai più giovani, sono le emoji e la progressiva obsolescenza di alcune di loro.

Un esempio? La Face with Tears of Joy Emoji (😂), passata dall’essere l'emoji più utilizzata di sempre e Parola dell’anno 2015 dell’Oxford dictionary ad uno tra i maggiori esponenti del “linguaggio dei boomer sui social”.

Le emoji sono un modo per riconoscersi e le studiamo come faremmo con una nuova lingua.

Le emoji oggi si studiano, hanno il loro dizionario e ci sono persino corsi dedicati. Questo perché esattamente come una lingua, alcune emoji possono diventare arcaiche, desuete, come nel caso dell'amatissima 😂.

Possono essere usate con un significato diverso da quello con il quale sono generalmente conosciute, come ⚰️ o 💀 per indicare divertimento.

Ma possono essere utilizzate da un gruppo di persone in modo unico, dando un significato all’emoji che può essere compreso solo da chi vi appartiene. In generale bisogna considerare anche la comprensione cross-generazionale: più aumenta l’età e più si tende a essere didascalici con le emoji, mentre i più giovani le reinterpretano, usano metafore, cambiano le regole, utilizzandole proprio come un meta-linguaggio.

Le emoji non sono solo un linguaggio universale, sono anche uno slang generazionale. Non basta usarle, bisogna conoscerne le sfumature.

Le emoji possono aiutarci a capire con chi parliamo, chi ci parla. Possono aiutarci ad essere cool o boomer. Bisogna però considerare che il modo in cui le utilizziamo è in continuo mutamento.

Per i brand che aspirano a parlare la stessa lingua del proprio target, diventa quindi fondamentale essere sempre al corrente dell’uso che ne viene fatto e dei possibili cambiamenti di significato.

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