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SPARKS

Il Tu-dum di Netflix

Durante il Festival di Sanremo - il Superbowl nostrano dell’advertising - Netflix ha lanciato una nuova campagna, che fa leva sull’asset sonoro del brand: il “tu-dum” che si sente all’avvio della piattaforma, mentre compare la N rossa ormai divenuta iconica. Pochi sanno inoltre che Tudum è anche il nome della piattaforma editoriale di Netfix, all’interno della quale è possibile approfondire tutta l’offerta della nota piattaforma di streaming.
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Dove possiamo osservare questo fenomeno?
- In TV e sui social
- Internet buzz, podcast articoli di settore

FLARE

Perché ci vuole orecchio.

Oltre alla grande coerenza del placement del lancio (uno spot che si concentra sul suono all’interno di una kermesse canora) bisogna dare rilevanza agli studi condotti per sviluppare il Tudum, nel 2014, quando Todd Yellin, regista e sound designer chiamato a comporlo, si accorse, attraverso un blind test, che le persone lo associavano spontaneamente ai concetti di film e di inizio.

‍I suoni sono in grado di generare emozioni più velocemente delle immagini e la reazione al suono è uno dei nostri istinti più primordiali, che inizia addirittura dal concepimento: per questo, legarne uno identitario ad una marca, permette di penetrare più profondamente nella mente del consumatore, così da imprimerne il ricordo nella memoria.

BLAZE

Il suono torna ad essere un asset rilevante per i brand. 

Dopo anni di sound off, l’audio torna a far rumore: il sound branding si sta estendendo anche a banche, assicurazioni e fintech.
Le persone sono da molto tempo sovraesposte a stimoli visivi, col risultato di portare la percezione del contenuto di brand quasi all’invisibilità nella vita dei consumatori. Il suono, interagendo con un livello più profondo del loro subconscio, aiuta invece i brand ad attirare nuovamente l’attenzione, e a mantenerla più a lungo.